di Maurizio Berlincioni Josef Koudelka nasce in Moravia nel 1938 ed inizia a fotografare giovanissimo. All'università conosce il fotografo e critico Jiri Jenícek che nel 1961 lo incoraggia a mostrare il suo lavoro presso il Teatro Semafor di Praga. In questa occasione incontra la critica Anna Fárová che diventerà sua amica ed estimatrice. Nello stesso anno fa un viaggio in Italia. Lavora come ingegnere aeronautico e viaggia molto in Slovacchia e Romania fotografando la vita degli zingari, le feste religiose e gli spettacoli teatrali d'avanguardia. Dal 1967, dopo aver ricevuto il Premio dell'Unione Artisti Cecoslovacchi per "la qualità innovatrice delle sue fotografie di teatro", si dedica esclusivamente alla fotografia partendo nuovamente per la Romania alla ricerca del "suo mondo" di zingari. Tornato a Praga nei giorni precedenti l'invasione da parte delle forze armate del Patto di Varsavia fotografa tutto quello che accade per le strade della capitale. | "Exils", il volume pubblicato da Alinari con le foto di Josef Koudelka | Un anno dopo queste immagini passano la frontiera di nascosto e arrivano negli USA dove Elliott Erwitt, presidente della Magnum, le utilizza per un cortometraggio per la CBS; senza citare il suo nome la Magnum distribuisce il servizio alle maggiori riviste internazionali mentre Koudelka, ormai divenuto apolide, trova asilo politico in Inghilterra ed inizia a viaggiare in Europa inseguendo i suoi soggetti preferiti; nel 1971 entra a far parte della Magnum. Nel 1975 John Szarkowski presenta al MOMA di New York la mostra Josef Koudelka e tre anni più tardi il volume Gitans: la fin du voyage, riceve il prestigioso Premio Nadar. Nel 1984 la Hayward Gallery di Londra mostra per la prima volta, dopo 16 anni di anonimato, le foto dell'invasione di Praga con il suo nome. Nel 1987 la Francia, dove Koudelka risiede ormai da tre anni, gli concede la cittadinanza francese e gli viene conferito il Grand Prix National de la Photographie. Nel 1988 si inaugurano due grandi mostre a Parigi e New York e nello stesso anno Koudelka fotografa con un apparecchio panoramico i lavori per la realizzazione del tunnel sotto la Manica. Sempre con lo stesso apparecchio fotograferà poi il paesaggio più devastato d'Europa (il "Triangolo nero", la regione dei Monti metalliferi compresa tra il nord della Boemia, il sud della Germania e la Polonia) ed il centro di Beirut devastato dalla guerra. Nel 1994 segue la lavorazione del film Lo sguardo di Ulisse di Angelopoulos e fotografa tutti i paesi balcanici dove il film si svolge. Con il volume Exils ha vinto l'ICP Award per il miglior libro fotografico (1989). Ha ottenuto inoltre riconoscimenti come il Premio Hugo Erfurth (1989), il Grande Premio Internazionale Henri Cartier-Bresson (1991) ed il Premio per la Fotografia della Fondazione Erna e Victor Hasselblad(1992). (© 1997 M.Berlincioni)
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