| ||||
Sponsor di BluePlanet
| ||||
Per migliorare la qualità dell'aria a Firenze | ||||
occorre eliminare i veicoli più vecchi in circolazione | ||||
Comunicato stampa ARPAT (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) | ||||
Un ciclomotore a due tempi emette PM10 quanto 200 auto catalizzate, un mezzo pesante diesel di vecchia generazione da 500 a 1200 volte. I veicoli più vecchi in circolazione, anche se rappresentano circa il 25% della mobilità dell'area fiorentina, contribuiscono in modo ben superiore all'inquinamento atmosferico: circa il 70% per quanto riguarda le polveri sottili (PM10), intorno al 50% per gli ossidi di azoto, il benzene e l'ossido di carbonio. Su questo dato di fatto eclatante si basano i provvedimenti allo studio delle amministrazioni locali per limitare il traffico degli autoveicoli, dei mezzi pesanti e dei ciclomotori non catalizzati. Questi dati sono stati illustrati da Daniele Grechi, responsabile della rete di monitoraggio dell'aria per il Dipartimento di Firenze di ARPAT, nel suo intervento nella sessione dedicata alla qualità dell'aria della Conferenza sullo stato dell'ambiente della Provincia di Firenze. Un veicolo diesel EURO 0 emette una quantità di polveri (PM10) al chilometro varie centinaia di volte superiore (secondo massa e cilindrata) a quella prodotta da un'auto catalizzata, un ciclomotore a 2 tempi (motorino non catalizzato) circa duecento volte, un'auto a benzina (non catalizzata) alcune decine di volte. Per quanto riguarda il benzene, il tipo di veicolo a più elevata emissione d il ciclomotore, segue il diesel pesante e l'auto a benzina. Relativamente agli ossidi di azoto (NOx): il veicolo a più elevata emissione d il diesel pesante, segue l'auto a benzina e, a livello non molto inferiore, l'auto diesel. Tenendo conto della numerosità delle varie tipologie di veicoli nel parco circolante e della percorrenza media annua in ambito urbano si verifica che contributi particolarmente elevati all'emissione globale di PM10 sono attribuiti ai veicoli diesel e ai ciclomotori che, in totale, pur coprendo modeste quote di mobilità, determinano da soli oltre la metà del quantitativo totale di polveri emesse attraverso i gas di scarico. Per il benzene, i ciclomotori EURO 0 circolanti si confermano la categoria maggiormente responsabile dell'emissione globale (28%). Per gli ossidi di azoto, la maggiore quota di emissione d attribuita alle auto a benzina non catalizzate (34%). L'analisi dei dati dal 2000 ad oggi per le polveri fini (PM10) e per il biossido di azoto (NO2) evidenziano che negli ultimi anni non si rilevano miglioramenti e, soprattutto nei siti prossimi al traffico, appare evidente il progressivo allontanamento dai limiti di riferimento previsto dalla normativa europea. Appare quindi necessario sviluppare anche in sede locale una politica di riduzione delle emissioni che, accanto a miglioramenti previsti per interventi di scala europea e nazionale (sulla qualità dei carburanti e dei combustibili, sull'efficienza energetica, su riduzione dei limiti di emissione, ecc) offra un indispensabile contributo aggiuntivo al miglioramento della qualità dell'aria. In assenza di ciò sembra del tutto improbabile conseguire il rispetto delle norme vigenti con ciò che ne consegue sul piano dell'impatto sanitario ed ambientale e con possibili ripercussioni economiche per mancato rispetto di precisi impegni in sede europea. Il progetto di eliminare dalla circolazione urbana (nell'intera area omogenea di Firenze) gli autoveicoli più vecchi (EURO 0, immatricolati approssimativamente prima del 1993) e i ciclomotori non catalizzati (EURO 0, acquistati approssimativamente prima del 2000) favorendo la sostituzione con veicoli nuovi a minore impatto, d potenzialmente in grado di determinare riduzioni di emissione globale dallo scarico nell'ordine del 30-40% per benzene e per gli ossidi di azoto (NOx). per il PM10, la riduzione stimata di emissione complessiva dagli scarichi dei veicoli a motore d nell'ordine del 50%. Va anche rilevato che agire sulla riduzione delle emissioni di polveri dagli scarichi dei veicoli a motore significa ridurre le componenti più pericolose sul piano sanitario (Idrocarburi Policiclici Aromatici - IPA - quali il benzo(a)pirene, classificato probabile cancerogeno), che presentano concentrazioni superiori ai limiti nei siti prossimi a flussi di traffico anche non elevati. ARPAT (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) Dipartimento di Firenze Via Ponte alle Mosse 197 50144 Firenze tel. 055 3206285 fax. 055 3206219 e-mail: m.talluri@arpat.toscana.it. | ||||
| ||||
Sponsor di BluePlanet
| ||||
|