Una delle piante più care all’Umanità è quella del cotone. Una piccola e preziosa pianta che con le sue fibre ci permette di creare di che coprirci. I maggiori produttori sono tre paesi dell’est del mondo: Cina, Pakistan e India che insieme arrivano quasi al 50% della produzione mondiale di cotone. | La coltura del cotone per i tre paesi che insieme superano i due miliardi di abitanti, rappresenta la fonte di reddito per milioni di agricoltori. Questi contadini, spesso estremamente poveri, ogni anno devono combattere contro una serie di parassiti di questa pianta che ne distruggono i raccolti. Per anni questi tre paesi, insieme a Filippine e Vietnam, sono stati il maggiore mercato per le industrie di pesticidi, unica risorsa che i contadini avevano per poter salvare il raccolto. L’uso massiccio di sostanze chimiche ha creato in questi paesi conseguenze ambientali e sociali gravissime al punto che l’Unione Europea ha deciso di stanziare 12 milioni di US$ per finanziare un progetto della FAO (Programma di Alimentazione Mondiale) per la lotta biologica integrata. L’obiettivo di questo progetto è di ridurre del 50% l’uso di pesticidi nei campi di cotone di quei paesi e prevede, entro il 2004, l’allestimento di 3800 campi scuola attraverso i quali circa 100.000 contadini potranno approfondire le conoscenze sull’ecosistema locale, potranno imparare le tecniche di coltura biologica, dalla rotazione delle colture all’allevamento dei predatori naturali dei parassiti. Si tratta dell’ultimo di una serie di interventi che la FAO promuove a favore dell’agricoltura sostenibile, come in Asia dove oltre un milione di contadini ha già beneficiato di analoghi aiuti nell’ambito della risicoltura. |