CINEMA |
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Cambio al vertice del Festival dei Popoli. E' Paolo Fabbri, semiologo e presidente del corso di laurea del Dams di Bologna, il nuovo presidente del Festival fiorentino arrivato alla sua quarantunesima edizione. Sarà lui a guidare, insieme al direttore Mario Simondi, in carica dal 1986, l'appuntamento dell'autunno 2000, dal 10 al 16 novembre, con la manifestazione fiorentina che è stata la prima in Italia ad occuparsi della produzione internazionale di cinema-documentario e che dall'iniziale impronta etnografica ha acquisito con gli anni un profilo socio-antropologico a tutto campo. Paolo Fabbri, che succede a Franco Lucchesi, presidente dimissionario, è professore di Semiotica e Semiotica dell'arte presso il Dipartimento di Arti visive di Bologna. Riminese del 1939, Fabbri ha frequentato l'università a Firenze. All'insegnamento che ha svolto per svariati anni anche all'estero, dalla Ecole des Hautes Etudes an Sciences Sociales della Sorbona alle università californiane di San Diego e Los Angeles, ha affiancato negli anni una intensa attività sia di organizzazione culturale che pubblicistica, in particolare sui problemi del linguaggio e della comunicazione. Negli anni dal 1992 al 1996, ha guidato l'Istituto Italiano di Cultura di Parigi. Stretti rapporti Fabbri li ha intrattenuti anche con radio, televisione e cinema. E' stato consulente dei programmi culturali di RaiSat ed è tuttora consulente scientifico culturale del premio internazionale radiotelevisivo Prix Italia. Le edizioni del 1996 e del 1997 del Mystfest di Cattolica si sono svolte sotto la sua direzione artistica. Per il suo curriculum dettagliato si può consultare il sito www.guaraldi.it/fabbri). Con la presidenza Fabbri il Festival dei Popoli, senza rinunciare alla sua identità e specificità, intende rinnovarsi e percorrere nuovi itinerari. Primo fra tutti quello di un maggiore collegamento con il mondo universitario. Tra le collaborazioni in corso avanzato di definizione quella con l'università di Siena e con l'Istituto Suor Orsola Benincasa di Napoli. Ma un Festival come quello fiorentino deve puntare, nella nuova fase che si sta aprendo, anche in altre direzioni. Se da un lato non può esulare dal prestare maggiore attenzione ai nuovi linguaggi della contemporaneità, dall'altro si stanno avviando le misure necessarie per farne un punto di riferimento per la formazione nel settore del cinema documentario. La sede fiorentina del Festival ospiterà tra l'altro dei seminari tenuti da grandi documentaristi. Tra i progetti a brevissima scadenza anche la informatizzazione dell'imponente archivio del Festival, avviata ma non ultimata negli anni scorsi. | |||
Per infomazioni: Lorenza Pampaloni, Ufficio Stampa, 0339-5630788, fax 055-242087. e-mail l.pampaloni@dada.it. | |||
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