Una farfalla scesa dalla luna
 

di Paolo Scopacasa


Julia Butterfly Hill è il nome di una donna di 27 anni diventata famosa in tutto il mondo dopo avere trascorso oltre due anni della sua vita su una sequoia millenaria nel nord della California, per evitare che fosse abbattuta e richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sul disboscamento selvaggio. Un disboscamento che non risparmia nemmeno le ultime aree rimaste, che oggi rappresentano solo il 3% del territorio originariamente occupato da questi giganti.

Come racconta nel suo libro 'The Legacy of Luna', (pubblicato in Italia da Corbaccio con il titolo '
La ragazza sull'albero'), dopo quasi un anno di cure intensive per riprendersi da un terribile incidente d'auto, nell'estate 1997 Julia era partita dall'Arkansas con alcuni amici per un viaggio sulla costa occidentale.

Voleva viaggiare per trovare un nuovo senso alla sua esistenza, essendo ormai ben consapevole di quanto fosse prezioso ogni istante di vita. Una volta giunta nelle foreste di sequoie della 'Lost Coast' californiana venne immediatamente catturata dall'incredibile bellezza dei giganti millenari e dalla infinita ricchezza di vita di quei luoghi.

"Quando entrai per la prima volta nella maestosa foresta di sequoie che sembrava una cattedrale - racconta alla platea intervenuta alla presentazione del suo libro a Milano e Torino - il mio spirito capì di aver trovato quello che cercava. Mi inginocchiai e cominciai a pregare, sopraffatta dalla saggezza, dall'energia e dalla spiritualità presente in questo tempio naturale."

sequoie

Una famiglia di sequoie nella Rockfeller Forest, in California.
(Foto archivio CatPress).

Scoprendo la minaccia che incombeva sulla foresta di Headwaters, ancora non protetta nonostante quasi vent'anni di campagne e proteste, Julia si sentì in dovere di fare qualcosa. Fu così che nel novembre del 1997 si ritrovò a partecipare all'occupazione di una sequoia chiamata Luna, intrapresa da un gruppo di attivisti per fermare le seghe circolari della Pacific Lumber, l'azienda che grazie a un accordo con le autorità poteva continuare a distruggere questo patrimonio inestimabile in nome del profitto.

"Salii su Luna - continua a raccontare - pensando di restarci tre settimane o un mese al massimo e mi resi conto che la gente deve immedesimarsi in un'altra persona per capire le cose che non la riguardano direttamente. Dovevo mettere a rischio la mia vita, fisicamente, proprio come avveniva a Luna, perché la gente potesse capire la sua situazione".

Julia scese soltanto nel dicembre 1999, dopo avere ottenuto la protezione di Luna e di un'area circostante con un raggio di circa 60 metri. Un risultato ottenuto soltanto resistendo per 738 giorni agli attacchi di chi voleva farla desistere con ogni mezzo.
Per esempio cercarono di impedire alla squadra che la sosteneva da terra di portarle i viveri e misero a rischio la sua vita avvicinandosi pericolosamente con un elicottero. Julia, in condizioni certamente non agevoli come possono essere quelle che offre una piccola piattaforma sospesa tra i rami a oltre 60 metri dal suolo, sopravvisse al freddo, alle intemperie e a tutte le condizioni difficili e di pericolo che di volta in volta si presentavano.

"Per difendermi dal freddo - spiega - sulla mia piattaforma avevo soltanto qualche tela cerata e diversi strati di vestiti. A un certo punto ero più larga che alta. Ci sono stati moltissimi momenti difficili, momenti in cui ho pensato di mollare tutto e scendere. Non sono una superdonna, e la mia permanenza su Luna non era una fiaba. Come ogni essere umano rido, piango e ho paura. Ma stando su Luna godevo di una vista che si estendeva per miglia in tutte le direzioni. Così vedevo la bellezza delle foreste e allo stesso tempo vedevo la loro distruzione. Questo mi ricordava costantemente il motivo per cui ero lì."

C'è poi chi ritiene, politici compresi, che un 'gesto estremo' come quello della ragazza sia equiparabile a un atto terroristico ma Julia spiega che l'occupazione fisica di un albero è l'ultima possibilità di difenderlo dalla distruzione ad opera di chi ritiene di poterne fare quello che vuole perché si trova in una 'proprietà privata' umana.

 

 

 

Julia Butterfly Hill, ambientalista, scrittrice del libro
"
La ragazza sull'albero"
pubblicato in Italia da Corbaccio.

 
   
"Per me questo diritto di proprietà - dice ancora - significa maggiore responsabilità: non possedere la terra e poterne disporre a piacimento, ma avere il dovere di esserne buoni custodi. E non si può essere buoni custodi se si distruggono gli alberi che ci danno l'aria che respiriamo e l'acqua che beviamo, garantiscono stabilità al terreno e al clima; se si distruggono le risorse della Terra che rappresentano il nostro futuro".

E continua - "...quando siamo testimoni di un'ingiustizia spesso non facciamo nulla perché abbiamo paura di perdere qualcosa, l'approvazione degli altri, per esempio; abbiamo paura di essere derisi o criticati; abbiamo paura di perdere le nostre comodità e i nostri agi.

La disobbedienza civile è uno degli strumenti più efficaci in tutti i campi, dal sociale all'ambientale. Significa riconoscere che le leggi sono fatte da esseri umani, che, in quanto tali, possono commettere errori. Vivere in basi a leggi ingiuste vuol dire consentire che vengano perpetrate ingiustizie. Prendere posizione in favore di leggi superiori è la strada per ottenere un cambiamento. Ed è proprio con la disobbedienza civile che è stata realizzata la maggior parte dei cambiamenti nella storia dell'Umanità."

Nei due anni di convivenza quotidiana con Luna, Julia ha potuto assumere una nuova prospettiva nei confronti della Vita e di tutti gli esseri viventi, ritrovando le radici di un'antica comunione tra l'Umanità e il resto della Creazione.

"Molte persone, sentendo che ho comunicato con un'albera, penseranno che io sia pazza - spiega ancora alla platea - in realtà, se riscoprissero le radici della loro cultura vi ritroverebbero la comunicazione con la Terra, gli alberi e gli animali. Quando noi esseri umani abbiamo deciso che questi altri esseri viventi non potevano comunicare con noi abbiamo cominciato a distruggerli. Oggi viviamo in un mondo che ci ha insegnato a dimenticare il nostro cuore, il nostro spirito, le nostre emozioni, il nostro profondo legame con la Vita. Ci ha insegnato a vivere nella mente soprattutto, ma ciononostante non riusciamo a pensare veramente. Così le cose che hanno un valore reale vengono trascurate o sminuite, mentre si favoriscono quelle che vengono solamente percepite come cose di valore, per esempio i soldi. Per ritornare a vivere in equilibrio bisogna tornare a includere il cuore e lo spirito nella nostra vita, anche nella politica e nella scienza."

Insieme ad altre persone, Julia ha creato la
Circle of Life Foundation e continua a dedicarsi alla protezione delle foreste e della Vita. Da quando è scesa dalla sequoia che ha protetto per oltre due anni non ha smesso di lavorare intensamente, di parlare con i giovani, con gruppi ambientalisti, politici, a conferenze, festival, concerti rock e nelle chiese. Aveva cominciato questo lavoro di comunicazione già su Luna e continua a farlo.

Lavora con tutte queste persone e gruppi diversi perché la Terra su cui viviamo è una sola. "La guarigione della nostra Terra deve cominciare dentro di noi per estendersi a tutte le sue parti - dice - in questo processo, la diversità è un'enorme ricchezza da valorizzare, che ci può consentire di trovare soluzioni creative per il bene comune."

Così continua a raccontare al mondo la sua storia. Infatti quella di Julia non è la storia della donna che ha salvato un albero vivendoci per due anni ma la storia dei motivi per cui l'ha fatto e vuole dare un messaggio: ciascuno e ciascuna di noi può fare la differenza e cambiare le cose. Un messaggio che ama rivolgere in particolare alle bambine e ai bambini, come ha fatto alla Festa dell'Albero a Mantova organizzata dal Consorzio Pannello Ecologico che si occupa di mobili in legno riciclato.

Vedi anche
Intervista a Julia Butterfly Hill

La ragazza sull'albero

  La ragazza sull'albero
Hill Julia Butterfly
216 pagine
Editore Corbaccio
L. 28.000

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  Nel dicembre 1997, a 23 anni, Julia "Butterfly" Hill si è arrampicata in cima a una sequoia, battezzata Luna, per protestare contro l'abbattimento di una foresta di alberi millenari nel nord della California da parte della Pacific Lumber, una società nel settore della raccolta del legname.
Ne è discesa solo 2 anni dopo, avendo raggiunto con la Pacific Lumber un accordo di grande valenza simbolica, per la conservazione di Luna e degli alberi circostanti. Durante tutto questo periodo ha vissuto su una piccola e traballante piattaforma a circa sessanta metri di altezza, in balia delle tempeste, degli elicotteri della Pacific Lumber e dei suoi agenti di sicurezza che impedivano il passaggio dei rifornimenti. Questo libro è la storia della sua avventura

Da Donna & Donna


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