Non sappiamo quando la razza umana iniziò a pensare alla Terra come alla Dea Madre, genitrice di tutte le creature e quindi anche dell'essere umano. Sappiamo però che veniva adorata e le venivano dedicate cerimonie e fatte offerte votive come ringraziamento per ciò che donava.
La testimonianza più antica che sia stata trovata, dedicata alla dea, é una statuetta di pietra chiamata la Venere di Willendorf,che prende il nome dal luogo nel quale venne rinvenuta. Un piccolo monumento dell'Età della Pietra con ampi fianchi e grossi seni come per indicare l'abbondanza e la grande capacità di procreare. Un'opera d'arte delle caverne scolpita circa 20 mila anni fa il cui simbolo è la fertilità e la generosità.
La Venere di Willendorf, Museo diArcheologia di Cambridge (G.B.) 25.000-10.000 a.C. (disegno di Filippo Mazzoli) | |
Ma ci sono altri esempi di statuette della Dea Madre anche se non antichi come la Venere di Willendorf. Alcune statuette antropomorfe che sembrano collegate alla dea sono quelle trovate durante gli scavi archeologici in Bulgaria in quel territorio che era dei Traci.
Esisteva infatti in culto della Dea Madre che, a seconda del luogo, aveva nomi diversi. Cybele era il nome della dea nei santuari e caverne della Frigia, Hypta era colei che aveva il dominio di tutti i monti alti e soleggiati mentre Cotytto o Bendida era la dea che viveva nei luoghi ombrosi e nelle caverne.
| Una figura della Dea Madre (argilla alt.13,5 cm.) del tardo Neolitico, Karanovo, provincia di Nova Zagora, Bulgaria |
Per le tribù della Tracia la Dea era protettrice della Natura e di tutti gli Esseri Viventi ed era invocata per eseguire le cerimonie dell'Epifania rituale nella quale veniva lacerato e mangiato crudo suo figlio, il Toro, affinché potesse dare le proprie forze al popolo. In questo modo il Toro rinasceva e il mondo poteva continuare.
Anche presso le popolazioni nuragiche della Sardegna esisteva il culto della Dea Madre, la Mater Mediterranea o Gran Mater. Uno degli esempi più noti è il ritrovamento, in una grotta naturale, di una statuetta di basalto alta circa 14 cm. e chiamata la "Veneretta" di Macomer. Anch'essa, come la Venere di Willendorf ha forme ampie e generose per indicare la femminilità e la maternità.