Le fonti dell'Arno
luogo sacro degli Etruschi

di Rita Messeri

"...Per mezza Toscana si spazia un fiumicel che nasce in Falterona e cento miglia di corso no'l sazia" scriveva Dante Alighieri nella "Divina Commedia". Seguiamo dunque questo fiumicello le cui portate variabili, un alternarsi di siccità e piene, gli valgono l'appellativo di "torrentaccio rovinoso" come lo definì G.Targioni Tozzetti, naturalista del Settecento.


Le fonti dell'Arno sul Monte Falterona (sopra) e (destra) Guerriero del Falterona, datato 400-370 a. C. una delle statuette (altezza cm. 15) trovate alle sorgenti dell'Arno, ora al Museo del Louvre di Parigi
 

In media l'Arno, una volta ogni cento anni, esce dal suo letto allagando la piana all'interno della quale c'è la città di Firenze. L'ultima grande alluvione fu quella del 1966 quando le acque, nel centro della città, superarono i quattro metri.

Ma prima che l'Arno diventi un "torrentaccio" che scorre sotto i ponti di Firenze e Pisa, le sue sorgenti ci raccontano la storia di un fiume che alle sue origini era luogo di culto per gli Etruschi che consideravano quelle polle sorgive un posto idoneo per depositarvi le offerte di voto. Ne è testimone il rinvenimento casuale, nella prima metà dell'Ottocento, di un bronzetto raffigurante Eracle venerato dagli Etruschi in forma di divinità.

Durante i lavori di scavo, venne alla luce una quantità rilevante di reperti in bronzo: statuette in forma di guerrieri o parti del corpo (teste, busti, arti ecc.). Gli Etruschi attribuivano alle acque del fiume il potere di dispensare guarigioni o buona sorte, richieste da parte di guerrieri o militari o gente comune in marcia verso Nord, alla ricerca di territori vergini su cui insediarsi.

Parte di questo grande patrimonio archeologico è visibile presso il British Museum di Londra e il Louvre a Parigi ma innumerevoli pezzi si trovano anche presso collezioni private: questo smembramento si deve al rifiuto delle Gallerie Granducali che allora, sotto la guida di Leopoldo II, non ritennero opportuno l'acquisto dei reperti.

(Per la storia del rinvenimento Cfr A.M.Fortuna-F.Giovannoni;Il lago degli Idoli,testimonianzeetrusche in Falterona.1975. Per approfondimento: M.Cristofani -I bronzi degli Etruschi-Istituto Geografico De Agostini 1985-)

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