Carte archeologiche
per non danneggiare le ricchezze del passato

di Angela Tumminelli


La Toscana possiede uno patrimonio archeologico veramente importante la cui consistenza é solo in parte conosciuta. Avere riferimenti certi sulla presenza, l’ubicazione di emergenze é un punto di partenza importante per poterne organizzare la valorizzazione che inizia con una corretta programmazione urbanistica e territoriale.

Lo strumento basilare é una informazione dettagliata che possa essere consultata facilmente in ogni occasione come ad esempio quando vengano progettati nuovi insediamenti e infrastrutture.
La carta archeologica risponde a questi requisiti e alcune regioni e province si stanno attrezzando per realizzarla.

La necessità di elaborare strumenti capaci di trasmettere i dati scientifici a politici e a chi nelle varie amministrazioni ha il compito di progettare, non é però solo italiana tanto che nel 1992 anche la European Convention on the Protection of the Archeological Heritage si espresse indicando possibili modalità per far fronte al rischio che il patrimonio archeologico di tutti gli stati membri, correva.
Fra le iniziative suggerite, l’adozione di normative legali ed amministrative necessarie per l’inserimento dei dati archeologici nel contesto delle grandi opere pubbliche e la costituzione di banche dati di rinvenimenti archeologici.

Alla redazione di una carta archeologica aveva innovativamente cominciato a pensare la Toscana già nel 1985 in occasione del Progetto Etruschi, “Gli Etruschi e l’archeologia dell’Etruria” e nel 1992 venne pubblicato l’ Atlante dei siti archeologici della Toscana (ASAT) con riferimenti cartografici in scala 1:100.000.

Una programmazione concertata con le Amministrazioni Provinciali in seguito a specifiche normative regionali prodotte nel corso degli anni, ha consentito più recentemente di ridare vigore al progetto con la costituzione nel 1995 di un apposito comitato tecnico scientifico in materia di archeologia per la definizione degli standard tecnici relativi alla realizzazione della carta archeologica della Toscana.

Nell’ottica della “......cooperazione delle regioni, delle metodologie comuni da seguire nelle attività di catalogazion, anche ai fini di garantire l’integrazione delle banche dati regionali e la raccolta ed elaborazione dei dati a livello nazionale” indicate nell’art. 149 del D.L. 112/98.
Ai primi del mese di maggio (‘99) in un seminario di studi organizzato dalla regione Toscana sono state presentati oltre alle linee guida del progetto regionale Carta archeologica, i lavori già fatti fra cui quello di georeferenziazione dell’Atlante archeologico stampato nel 1992 che, già ricco di notizie di carattere bibliografico era però povero di riferimenti geografici e oggi rimane un prezioso documento preliminare per le ricognizioni finalizzate alle carte archeologiche in scala più dettagliata.

Un altro lavoro di georeferenziazione in fase di ultimazione é quello relativo alle aree sottoposte a vincolo archeologico; presentate durante il seminario, linee di intervento e di programmazione seguite da varie province e comuni (Firenze, Livorno, Lucca, Genova, Pistoia, Lunigiana, Grosseto, Siena, Camaiore e Massarosa) per la realizzazione di carte archeologiche, strumenti di cui i vari Enti comunali terranno conto nella redazione dei successivi piani Strutturali.

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