Non è presente in tutte le abitazioni, ma dove c’è, per così dire, si fa notare. C’è un diffuso pregiudizio, infatti, secondo il quale si consumerebbe meno tenendolo acceso costantemente. Nulla di più sbagliato.
L’accensione continua dello scaldabagno elettrico comporta una richiesta di energia elettrica frequente, nel corso delle 24 ore, per mantenere la temperatura di esercizio che, generalmente è di circa 60° C. Così, ogni volta che l’acqua contenuta nel boiler arriva intorno ai 40° C, il termostato fa scattare la resistenza per riscaldarla nuovamente.
Considerando che l’acqua calda, in casa, serve normalmente per una o due volte al giorno, è facile comprendere che questo continuo lavoro di riscaldamento è inutile. Secondo uno studio effettuato dall’Istituto di Ricerche Ambiente Italia, su dati del 1993, risulta che, in questo modo, lo scaldacqua incide per il 47% sul consumo di elettricità e per il 70% sull’ammontare della bolletta!
Accendere, quindi, lo scaldabagno solo per le due ore precedenti all’uso comporta un risparmio notevole. Meglio ancora, è possibile, con una spesa relativamente modesta, applicare un timer che permetta di programmarne l’accensione al momento desiderato, spegnendolo quando non serve.