Il Fuoco motore della civiltà umana di Gato Medici
Per un attimo immaginiamo il momento in cui circa quattrocentomila anni fa la Famiglia Umana iniziava una delle più grandi rivoluzioni della sua storia: la scoperta del Fuoco. Fu forse un fulmine che colpendo un albero lo incendiò e probabilmente attirò la curiosità dei nostri antenati. Fu quella curiosità, sicuramente più forte della paura che fino a quel momento li aveva tenuti lontani da quell'elemento che affascinava ma anche terrorizzava e feriva, a decretare il cambiamento della nostra civiltà. | Immagine tratta dal libro"The First Sunrise-Australian Aborigenal Myths" Ed. Rigby, Sydney 1971 | Gli studiosi di oggi ci dicono che il Fuoco veniva acceso nelle caverne di quel nostro antenato conosciuto col nome di Uomo di Pechino, ed è facile intuire perché veniva venerato: il Fuoco scaldava nelle fredde giornate invernali, rendeva il cibo più saporito e faceva luce durante la notte ma poteva essere anche terribilmente pericoloso e distruggere tutto ciò che toccava. Il Fuoco continuò ad essere venerato durante i millenni successivi essendo la base di un gran numero di miti che vivono fino ai nostri giorni. Il Fuoco è stato, fino ad oggi, il motore trainante per tutte le tecnologie su cui si fondano le civiltà umane. Ma la prima fonte dalla quale deriva quasi tutta l'energia utilizzata dalla nostra Terra arriva dalla stella che ogni mattina ci appare all'orizzonte: il Sole. Se per un improvviso motivo il Sole dovesse oscurarsi avremmo solamente 10 minuti di vita, il tempo in cui la luce e il calore della nostra stella impiega per arrivare fino a noi. Dalla sua scoperta, tutta l'Umanità si muove attraverso il Fuoco che viene utilizzato con tutti i mezzi possibili: dalla legna usata per cucinare soprattutto dalle popolazioni dei paesi in via di sviluppo (che rappresentano i 2/3 dell'Umanità) al gas metano portato nelle città dentro lunghi metanodotti che attraversano intere nazioni, al petrolio fino alla discussa energia nucleare. Negli ultimi tre secoli abbiamo assistito ad una crescita allarmante della comunità umana che dai circa 500 milioni di abitanti del 1650 è passata ai 6 miliardi d oggi. Questa crescita umana porta a un fabbisogno di energia spropositato che il nostro pianeta non è in grado di sopportare ai ritmi odierni; si rende quindi necessario un intervento profondo congiunto di tutte le nazioni per evitare che l'uso irrazionale dell'energia sottoponga il nostro pianeta a una trasformazione che può causare effetti devastanti paragonabili a quelli di imponenti forze geologiche. Vedi anche:
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